L’uomo dei dadi affida al dado ogni sua decisione e si ritrova per la prima volta libero di scegliere. Un coro da stadio contaminato dagli anni 80 e dal desiderio di farla finita, una volta per tutta, con la ricerca della libertà
L’uomo dei dadi
L’uomo dei dadi vuole decidere
Per non sbagliare si mette a ridere
Lancia il suo dado e rotola il fato
sempre fedele a quel risultato
L’uomo dei dadi non sa chi votare
Si affida al dado per la decisione e
l’uomo dei dadi cerca il suo credo
Lancio il suo dado – risolve il mistero
Il Rubicone è un fiume del cazzo // ma se lo passi Il danno è già fatto
Il Rubicone quel fiume del cazzo // tu l’hai passato non tornI più indietro
Non siamo noi a sceglier la vita
Il dado è scelta predefinita
La vita un gioco ogni tiro una danza
A cui diamo il nome di libera scelta
Il Rubicone è un fiume del cazzo Ma se lo passi sai Il danno è già fatto
Il Rubicone quel fiume del cazzo Tu l’hai passato non torni più indietro
Il Rubicone è un fiume del cazzo Ma se lo passi sai Il danno è già fatto
Il Rubicone che fiume del cazzo Tu l’hai passato non torni più indietro